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Roma, 16 ago. (Adnkronos) – “Fu per me un onore sedere in Parlamento accanto a Palmiro Togliatti e anche a Giorgio Almirante”. Parole che possono suonare come un invito a superare quegli steccati ideologici e quelle ripetute tentazioni a rimanere prigionieri del passato che quotidianamente inquinano il dibattito politico, senza nulla togliere agli inequivocabili giudizi consegnati dalla e alla storia. A pronunciarle, il 27 maggio 2008, Francesco Cossiga, di cui domani ricorre il quattordicesimo anniversario della morte, intervenendo nell’Aula del Senato in occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario della sua prima elezione in Parlamento.

“Fu per me un onore -affermò il Presidente emerito della Repubblica- sedere in Parlamento accanto a Palmiro Togliatti, il grande leader politico del ‘partito nuovo’, che studiò, tra l’altro, nel mio stesso liceo, abitò lungamente nella mia città e –guarda caso– fu ospite nella casa della mia bisnonna, che –come lui stesso mi raccontava– era tanto buona che, poichè erano poveri, li invitava ogni giorno da lei”.

“Palmiro Togliatti che, insieme ad Alcide De Gasperi, preservò l’Italia -ricordò ancora Cossiga- da una guerra civile devastante, dopo che il nostro Paese aveva combattuto contro i tedeschi invasori quella grande guerra patriottica che fu la Resistenza, anche fermando quella guerra civile e di classe che, in nome di una irreale visione della posizione dell’Italia, di tante vittime fu causa, non solo ex appartenenti alla Repubblica sociale Italiana, ma anche antifascisti, partigiani, militari del Regno del Sud, preti, seminaristi, ragazzi del movimento cattolico, che furono uccisi in nome di un’utopia che poi, in nome di una Resistenza tradita ed incompiuta, generò, negli anni Settanta e Ottanta, la lotta armata”.

“Fu per me un onore anche sedere accanto anche a Giorgio Almirante, cui l’Italia molto deve -spiegò l’allora senatore a vita- perchè, attraverso la parlamentarizzazione dei giovani di Salò, come li chiamò giustamente l’amico Violante, avviò il processo di inserimento nella democrazia di coloro che erano stati fascisti o militanti nella Repubblica di Salò”.

“Tale processo -disse ancora Cossiga- fu iniziato a sinistra grazie alla larga (e di grande respiro) amnistia concessa da Palmiro Togliatti, Guardasigilli dell’epoca, contestato duramente dal suo stesso partito, per i reati commessi durante la Resistenza da partigiani, ma anche da membri delle Forze armate della Repubblica sociale italiana. Ciò che poi portò all’adesione di massa di ex militari della Repubblica sociale italiana al Partito comunista italiano in numeri che superano, come scrissero gli storici comunisti, 36.000 appartenenti”.