Un recente presidio a Pisa dei lavoratori del settore trasporti (foto Renzullo/Muzzi)

Gare per riassegnare 1,5 milioni di km di “tratte deboli”. I sindacati: «Possibili contraccolpi sul piano occupazionale»

PISA. La priorità, da una parte, è risparmiare. Dall’altra, è invece tutelare il servizio e i lavoratori. Sarà in ogni caso un’estate bollente quella che attende il servizio di trasporto pubblico locale su gomma. Con un probabile braccio di ferro tra sindacati ed enti locali. Dopo l’assegnazione della gestione regionale ad Autolinee Toscane, l’organizzazione del servizio si appresta a vivere un’altra rivoluzione. O, comunque, un cambiamento che in provincia di Pisa vedrà “estromessi” 1,5 milioni di chilometri dall’attuale “mappa” che copre e collega quasi ogni località. Cancellati per poter essere nuovamente riassegnati attraverso una o decine di gare, prevedendo però un dimagrimento del budget messo a disposizione dalla Regione, che dagli attuali 2,2 euro passerà a 1,50 euro a chilometro. Entro il 2023 andranno a gara le cosiddette “linee deboli”, le tratte a scarsa “affluenza”. Meno passeggeri e meno introiti a fronte di un costo uguale alle corse che registrano un flusso maggiore di utenza. Per una parte, quella pubblica, emerge la necessità di riorganizzare. Dall’altra, quella sindacale, di tutelare un servizio «che – accusano Filt-Cgil e Faisa-Cisal – non può e non deve essere legato solo a fattori economici, ma deve essere pubblico, esteso e garantito a tutti».

Le previsioni

A subire maggiormente le conseguenze della riorganizzazione delle linee deboli saranno i territori della Valdera e della Valdicecina, ma anche l’area pisana sarà interessata da un cambio che i rappresentanti dei lavoratori chiedono di discutere per scongiurare l’impatto sugli utenti e sui livelli occupazionali. In totale, le gare interesseranno 1, 5 milioni di chilometri percorsi attualmente da Autolinee Toscane, oltre un decimo degli 11 milioni di chilometri che, a livello regionale, andranno assegnati ad un costo minore. Le uniche a “salvarsi” saranno le corse scolastiche che continueranno ad essere assicurate dall’attuale gestore. La revisione si baserà su una vecchia analisi, rivista ed aggiornata, che individua decine e decine di linee “marginali”. Tra queste, ad esempio, la Pisa-Calci e la Pisa-Pontasserchio, ma soprattutto quelle che percorrono i territori della Valdera (incluso tre turni sull’urbano di Pontedera) e della Valdicecina. Da settimane, la Provincia sta portando avanti una serie di incontri con i Comuni per conoscere la situazione e cercare una soluzione comune per minimizzare le possibili conseguenze.

La gara

È quanto previsto da intese che risalgono a dieci anni fa e confluite nella gara per l’assegnazione ad un unico gestore del servizio di trasporto pubblico locale su gomma a livello regionale, bandita dalla Regione nel 2011 e, dopo un burrascoso percorso anche giudiziario, assegnata in via definitiva ad Autolinee Toscane lo scorso autunno.

Gli scenari

Ogni Comune potrebbe bandire la gara per assegnare il lotto o i lotti deboli del proprio territorio aprendo la strada a due possibili scenari. L’eventuale partecipazione e assegnazione ad Autolinee Toscane non porterebbe ad alcuna modica sostanziale del servizio. In caso contrario si configurerebbe uno “spezzatino” con una moltitudine di cooperative o piccole e medie aziende a gestire le tratte.

Richieste dei sindacati

«Abbassando i costi, il servizio potrebbe andare incontro ad un peggioramento sotto ogni aspetto, anche di sicurezza», la preoccupazione di Filt-Cgil e Faisa-Cisal, che chiedono di prevedere una gara unica a livello provinciale con la Provincia nel ruolo di coordinatore e garante per renderla più appetibile rispetto ad eventuali gare singole gestite dai Comuni.

I sindacati temono anche possibili contraccolpi occupazionali: tra Valdera e Valdicecina, dove sono impiegati circa 40 autisti, una quindicina di conducenti di Autolinee Toscane potrebbero ad esempio andare incontro a trasferimenti o ad un assorbimento nelle aziende che si aggiudicano il servizio, «ma a condizioni contrattuali e salariali a ribasso», concludono i rappresentanti dei lavoratori che chiedono di essere coinvolti nelle discussioni in corso.