Due avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di omicidio stradale colposo sono stati notificati ai due conducenti delle auto coinvolte nello schianto
pisa. Due avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di omicidio stradale colposo sono stati notificati ai due conducenti delle auto coinvolte nello schianto mortale in cui ha perso la vita nel primo pomeriggio di venerdì Roberto Pietrini, 64 anni, artigiano, di Livorno.
Stamani in Procura sarà conferito l’incarico per l’autopsia da parte del magistrato Giancarlo Dominijanni, titolare dell’inchiesta la cui informativa finale è stata presentata dalla polizia municipale dopo i rilievi di venerdì pomeriggio. Non è esclusa una consulenza tecnica sulla dinamica dell’incidente. Sulla base della ricostruzione dell’incidente è stata decisa l’iscrizione sul registro degli indagati dei due automobilisti al volante della Ford Escort, la prima a essere stata urtata dalla moto di Pietrini, e al volante della Opel Mokka, che non ha potuto schivare l’improvvisa carambola del centauro finito sul cofano della vettura Il doppio impatto con schianto mortale è avvenuto all’incrocio tra via Aurelia sud e via dell’Idrovora all’altezza dei cartelli stradali per Coltano in località Tombolo.
Da quello che è stato possibile ricostruire il motociclista stava procedendo verso Livorno quando è finito contro la Ford Escort, lato posteriore destro.
Quel contatto lo ha proiettato sul lato di marcia opposto dove si è scontrato con l’Opel Mokka guidata da un tecnico di radiologia dell’Aoup che è anche sceso per rianimare il 64enne dal destino ormai segnato. La moto si è stampata sul cofano sfondando il parabrezza. Il corpo di Pietrini è rimasto incastrato tra moto e auto e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per liberarlo.
Artigiano nel settore della carpenteria, la vittima viveva in via Lamarmora a Livorno e aveva una famiglia molto numerosa. Lavorava in una ditta e in passato era stato anche titolare di un’azienda che trattava strutture metalliche e che si chiamava Emme.ci.emme, sempre in zona di via Lamarmora. Portava avanti il suo lavoro con passione, Pietrini, che prima di tutto metteva la sua famiglia. Poi c’era la sua Ducati rossa, a cui teneva tantissimo. E sulla quale ha concluso la sua esistenza. Dopo l’autopsia la salma sarà restituita ai familiari per organizzare il funerale.
P. B.
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