La dottoressa  lascia il marito e un figlio piccolo. La laurea, la specializzazione, la professione: ecco chi era

Pisa. Chi le era vicino sapeva che sarebbe successo.

Ma è sempre troppo presto andarsene quando si hanno 42 anni e una vita d’avanti. E la consapevolezza di un epilogo, che si spera sempre di rimandare come un calcio alla malasorte o sviare come un ostacolo improvviso, non lenisce il dolore per la perdita.

La malattia non ha fatto sconti alla dottoressa Nadia Catania, originaria di Agrigento, deceduta al termine di una battaglia combattuta per anni, tra alti e bassi come sa bene chi ha avuto o vive la sventura di incrociare in un amico o in parente le neoplasie più infide.

Dopo il diploma nella sua città, Nadia si era trasferita a Pisa dove si era laureata in Medicina e dove aveva conseguito la specializzazione in anestesia passando giorni e notti all’ospedale di Cisanello.

Dopo un passaggio all’Asl Toscana Nord Ovest e una permanenza all’ospedale di Lucca, per anni aveva lavorato come libera professionista. Dal settembre 2020 l’ingresso all’Inps di Lucca.

Ottenuta la laurea, come capita a tanti studenti fuori sede, si era stabilita a Pisa in via definitiva. È qui che aveva incontrato il suo futuro marito, Marco Baldacci, figlio della conosciuta dottoressa Laura Trivella.

La cura della salute del prossimo come segno del destino nella vita dell’anestesista che aveva lasciato la sua città per studiare e costruirsi una vita, non solo professionale, in Toscana.

Gli affetti non mancavano nell’esistenza della dottoressa amante di una vita che le è stata tolta con la brutalità della malattia.

L’ultimo saluto all’anestesista è stato portato ieri a Pisa, la città che l’aveva adottata e dove viveva con il marito e il figlio, Jacopo.

P. B.

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