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                                    <span class="author-art is-small has-text-grey-darker" id="m363-362-364">


                                            di<span class="writer">Redazione Milano</span></span>




                                <p class="summary-art is-line-h-12">Il ministro della Giustizia: «Serve una riflessione profonda. «Ilaria Salis? È stata imboccata la strada giusta»</p>











































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Una commissione parlamentare d’inchiesta sul caso dossieraggio. A proporla è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine di un evento a Milano. «Ieri ho avuto un incontro con il ministro della Difesa Crosetto, con un informale scambio di opinioni – ha spiegato -. Credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta con potere inquirente per analizzare una volta per tutte questa deviazione che già si era rilevata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso, proprio secondo le parole di Cantone, è diventata ancora più seria». Il riferimento è appunto alle indagini portate avanti dalla Procura di Perugia sul monitoraggio abusivo di archivi informatici e banche dati con informazioni sensibili attuato dall’ex ufficiale di Guardia di Finanza e membro della Direzione Nazionale Antimafia Pasquale Striano. «Quanto sta emergendo in Dna è oggetto di indagine giudiziaria – ha continuato Nordio -. Ovviamente, il Ministero della Giustizia è estremamente attento a quanto è stato riferito in questi giorni, soprattutto nelle audizioni. Le parole usate dal collega Cantone sono state estremamente forti e, dopo queste valutazioni estremamente severe, io credo che sia necessario fare una riflessione molto, molto profonda su quelle che sono le violazioni dei diritti individuali alla riservatezza». 

Nordio ha aggiunto: «Queste violazioni sono già state fatte in passato, attraverso la diffusione talvolta illegale, talvolta semplicemente imprudente, di intercettazioni che hanno vulnerato la legittimazione, la personalità di individui che vi sono stati sottoposti. Io l’ho sempre denunciata questa criticità. Credo che adesso abbiamo raggiunto il punto cruciale, forse un punto di non ritorno, e che quindi sia necessaria una profonda riflessione che a mio avviso potrebbe e dovrebbe essere non solo normativa, ma anche politica».

«Ciò che è possibile fare per arrivare a un chiarimento effettivo, deve essere fatto: ben venga la commissione d’inchiesta, io credo sia assolutamente auspicabile» ha commentato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, presente con Nordio all’evento a Milano in cui è stato firmato l’accordo per l’assegnazione di alloggi Aler al personale dell’amministrazione giudiziaria.

Il ministro ha anche parlato di Ilaria Salis, la 39enne antifascista in carcere in Ungheria da oltre un anno, accusata di aver aggredito alcuni militanti neonazisti. «È stata imboccata la strada giusta – ha commentato -. Ora sono stati chiesti gli arresti domiciliari all’autorità ungherese in Ungheria. L’autorità ungherese ovviamente è sovrana, come sarebbe la nostra se la richiesta fosse rivolta a noi, ma se fossero concessi gli arresti domiciliari in Ungheria – ha spiegato Nordio – allora sì, potremmo procedere con una richiesta per la trasformazione degli arresti domiciliari in Italia». E questa è una «cosa che finora non si è potuta fare» perché la transizione dalla detenzione carceraria in Ungheria alla detenzione domiciliare in Italia «senza il transito con la detenzione domiciliare in Ungheria non era possibile. Quindi – ha concluso – dal punto di vista procedurale siamo in fase più avanzata».

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    <p class="is-last-update">8 marzo 2024</p>
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