Non un caso isolato, ma soltanto il primo. L’Organizzazione mondiale della sanità teme che altri casi importati del vaiolo delle scimmie – Mpox della variante Clade 1 – potrebbero essere presto confermati in Europa, dopo che oggi la Svezia ha annunciato il primo caso simile al di fuori dell’Africa. “La conferma dell’Mpox Clade 1 in Svezia è un chiaro riflesso dell’interconnessione del nostro mondo… è probabile che ci saranno ulteriori casi importati della variante Clade 1 nella regione europea nei prossimi giorni e settimane”. Una riflessione già espressa dall’epidemiologo svedese Magnus Gisslén: “Il rischio di malattie gravi e di morte è probabilmente maggiore con il clade 1 che con il clade 2. È anche probabilmente più contagioso. Si stima che il rischio di diffusione nel continente africano sia elevato, ma c’è anche un rischio di diffusione all’esterno”. Le autorità svedesi – che non forniscono informazioni specifiche sulla persona infettata – hanno comunicato che il paziente è in buone condizioni.

A conferma dell’inizio di una diffusione che ha attraversato i confini dell’Africa c’è l’annuncio del ministero pakistano della Sanità che ha confermato un caso aggiungendo che è in corso il sequenziamento per determinare se si tratta della variante più pericolosa. Il contagiato è un uomo recentemente tornato dal Medioriente. Non è chiaro quale Paese mediorientale avesse visitato l’uomo, e in quella regione non siano ancora stati segnalati casi della nuova variante. Mercoledì l’Oms, che ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale, ha spiegato che quest’anno in Africa si sono verificati più di 14.000 casi e 524 decessi, superando già le cifre dell’anno scorso. Oltre il 96% dei casi e dei decessi si è verificato in Congo.

Intanto si rafforza in tutta Italia la rete di sorveglianza diagnostica sul vaiolo scimmie come rende noto il ministero della Salute, rilevando che la situazione è sotto controllo. “La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise”, rileva Mara Campitiello, capo del dipartimento della Prevenzione del ministero. “Il ministero della Salute – aggiunge – ha attivato i canali operativi con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell’eventualità di variazione dello scenario attuale; contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale“. Campitiello osserva inoltre che “la scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera. Inoltre – conclude – è in corso la valutazione dell’istituzione di un tavolo interministeriale di concerto con il ministero degli Esteri, dell’Economia e delle finanze, degli Interni e dei Trasporti per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato”.

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Il vaccino esiste e negli scorsi, soprattutto nel 2022 quando era stata registrata una impennata dei casi, molti paesi avevano organizzato campagne vaccinali. Gavi, The Vaccine Alliance – ente di cooperazione mondiale – esprime profonda preoccupazione per l’escalation dell’emergenza e sottolinea l’importanza del coordinamento internazionale per affrontare l’emergenza. Lavorando in collaborazione con paesi e partner, Gavi monitora attentamente la situazione mpox dal 2022. Di conseguenza – si legge – le considerazioni relative a mpox hanno contribuito sia alla progettazione dei nuovi meccanismi innovativi di sicurezza sanitaria di Gavi, volti ad affrontare le lacune sistemiche esposte durante la risposta al vaccino Covid-19, sia alla prossima strategia quinquennale di Gavi. Quando, nel 2023, Gavi ha avviato il processo di valutazione per il programma di investimento nei vaccini (VIS) 2026-2030, i vaccini mpox sono stati inclusi; nel primo trimestre del 2024, sono state convocate sessioni speciali del comitato direttivo VIS per garantire che l’approccio tenesse conto degli sviluppi nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove l’epidemia si è diffusa rapidamente, colpendo principalmente i bambini (in termini sia di morbilità che di mortalità) e determinando un elevato tasso di mortalità.

Di conseguenza – riferisce la nota – nel giugno 2024 il Consiglio di amministrazione di Gavi ha approvato le seguenti misure relative all’mpox. Nella prossima strategia quinquennale, a partire dal 2026, Gavi istituirà una scorta globale di vaccini mpox, simile a quelle esistenti per i vaccini contro colera, Ebola, meningite e febbre gialla. La realizzazione di una scorta è in attesa della disponibilità dell’Emergency Use Listing dell’Oms o della prequalifica di un vaccino raccomandato, ed è soggetta alla raccolta fondi per il prossimo periodo strategico di Gavi. Un obiettivo fondamentale sarà garantire che la progettazione della scorta sia sostenuta da una solida valutazione delle esigenze di salute pubblica a lungo termine.

“Dopo 15 mesi dopo la fine dell’emergenza che lo aveva visto protagonista, il vaiolo delle scimmie – ormai ribattezzato mpox – torna a fare paura. Anche perché il nuovo ceppo virale detto Clade1, è molto diverso rispetto al precedente e più aggressivo e virulento. Si parla di circa 15 mila casi nel continente africano dall’inizio dell’anno e 461 i decessi. Il virus sta mostrando di essere capace di varcare i confini dei paesi dove è stato descritto maggiormente e insediarsi in aree in cui fino a oggi non era presente – scrive su X l’infettivologo Matteo Bassetti – La cosa che preoccupa di più è che le vittime principali sono oggi i minori. Secondo i dati diffusi dall’Oms, il 39% dei casi e il 62% dei decessi riportati dall’inizio dell’anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo riguardavano bambini con meno di 5 anni di età. Il 20% delle persone decedute non aveva ancora compiuto un anno e negli ospedali, riferisce Save the Children, sono ricoverati a causa della malattia anche neonati di appena due settimane. Si tratta quindi di una malattia infettiva di difficile contenimento. Potrebbero esserci casi d’importazione legati ai viaggi, anche nel nostro paese. Occorre organizzarsi presto con tutte le misure di terapia e profilassi per evitare la diffusione globale”.

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