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“Le dittature si possono sconfiggere solamente con la forza di non avere paura”. Così il direttore di Repubblica Maurizio Molinari alla Milanesiana di Elisabetta Sgarbi in dialogo con la Premio Nobel per la Pace Maria Ressa, per la prima volta in Italia.

Al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano Molinari e Ressa prima fanno un intervento singolo e poi si confrontano in un talk, a partire dal libro della Nobel Come resistere a un dittatore (La nave di Teseo).

Il direttore di Repubblica sottolinea che Maria Ressa, giornalista e attivista, fondatrice del sito di giornalismo investigativo Rappler, non ha avuto paura e che nel mondo ci sono tante Marie Ressa che non hanno paura. “Pensiamo alle donne iraniane e ai seguaci di Navalny. Sono un modello per sconfiggere le dittature, le autocrazie, i populismi” aggiunge Molinari, che ricorda anche l’importanza della lotta contro il cambiamento climatico e quanto i dittatori abbiano paura di questo argomento, troppo complesso, troppo razionale per il pensiero veloce ed emotivo, di pancia, su cui puntano.

Ressa: “Il 70 per cento del mondo è controllato da autocrazie”

Ressa cita un dato allarmante: “Il fascismo è sempre più diffuso. Il 70 per cento del mondo è controllato da autocrazie. L’aspetto più preoccupante di questa vicenda” dichiara la Nobel “è che i leader illiberali sono eletti democraticamente e in questo hanno un grande ruolo la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale. Senza fatti non puoi avere verità e quindi non puoi avere fiducia”.

Sia Molinari sia Ressa sono d’accordo su come l’indebolimento del sistema giudiziario di un Paese sia il segnale principale di una democrazia che sta morendo e la Nobel indica il 2024 come data cruciale per capire se la democrazia sopravviverà. “Ci aspettano 90 elezioni nel prossimo anno. Da quei risultati dipenderà la vita della democrazia. È come se avessimo due minuti per salvarla ma non perdete la speranza” dice Ressa, che ha un passato difficile. Suo padre è morto quando aveva un anno. Sua nonna paterna, con cui lei e sua sorella vivevano, diceva che la loro madre era andata in America a prostituirsi. La mamma le rapì un giorno a scuola e le portò in America e da lì cambiò tutto.

Non perdiamo la speranza e vinciamo la guerra dell’informazione, la battaglia dei fatti, con il nostro telefono. Molinari ricorda il ruolo fondamentale dei social per ribellarsi alle dittature. Ressa, che pure ne sottolinea il lato oscuro, ci invita a un uso responsabile dei social, per la verità, per i fatti, per la pace.