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di Monica Scozzafava

Il centravanti nerazzurro ha segnato il gol vittoria dell’Inter contro il Napoli. Dzeko e Spalletti erano insieme alla Roma. Edin con lui fece 29 gol in una stagione: non ha mai segnato così tanto. Quando l’allenatore andò via gli disse: «Sono diventato migliore grazie a te»

Dzeko ha confermato di essere una certezza: a 36 anni ha ancora voglia di continuare a lavorare e far bene per l’Inter. Il settimo centro di Edin in campionato ha punito il Napoli di Spalletti e rilanciato i nerazzurri nella corsa scudetto e c’è una bella storia tra i due protagonisti della serata di San Siro, amici ai tempi della Roma, e legati da una forte complicità professionale: il maestro e l’allievo, almeno così si sono sempre definiti entrambi, nonostante frecciatine reciproche e anche qualche litigio. «Fai sempre il furbo», il labiale di Dzeko nei confronti di Spalletti, ai tempi, diventò virale. «Sei un calciatore divino», anche questa dichiarazione di Luciano fu un must sui social. Una volta Spalletti lo chiamò «Bottiglione di acqua minerale», scherzava ma lui se la prese. Ironia e amicizia, fatto sta che il centravanti che ha fermato il Napoli a San Siro è stato un figlio prediletto del tecnico toscano. Basti ricordare che una sola volta in tutta la sua carriera Edin è stato a un passo dai 30 gol: ne segnò 29 nella Roma del 2016-17, quella del secondo posto, quando in panchina c’era appunto Big Luciano.

Spalletti se ne andò alla fine di quel campionato e da allora Dzeko non si è più avvicinato nemmeno a quota 20. Il diamante di Sarajevo quando il tecnico toscano lasciò la panchina giallorossa disse al suo allenatore: «Grazie mister. Sono diventato un giocatore migliore con te». L’intesa era perfetta e anche l’amicizia tra i due andò probabilmente oltre il campo. A Spalletti, uomo che ha sempre tanti aneddoti da raccontare sui giocatori che ha allenato, con Dzeko ha condiviso gioie ma anche liti.

La storia del «bottiglione di acqua minerale» andò così, secondo il racconto di Spalletti: «Dzeko è un attaccante speciale. Gioca un calcio totale: sa fare gol, attaccare la porta, tenere palla, fare il regista. Ma il suo limite era accontentarsi e lì ne è nata una piccola lite. Mi ricordo una volta in cui aveva fatto due gol su quattro occasioni avute e a inizio settimana sono andato a dirgli qualcosa per perfezionarla: andai ad attaccarlo un po’, Edin mi rispose in maniera molto seria perché era uno che aveva anche un grande carattere. Ma in alcuni momenti si accontentava troppo. Gli dissi: “Ieri mi sembravi un bottiglione di acqua minerale da due litri dentro la partita…”, lo ricordo ancora. De Rossi gli spiegò cosa volessi dire e lui mi fa col dito: “No, mister, io non sono così”. Allora mi sono fermato perché aveva molti più muscoli di me». Mercoledì sera a San Siro, Dzeko li ha mostrati tutti i suoi muscoli con una elevazione e un colpo di testa perfetti. «Non mi sono accontentato», gli ha fatto intendere. Luciano gli ha sorriso a fine gara: «Resti magnifico, un lord». Abbraccio.

5 gennaio 2023 (modifica il 5 gennaio 2023 | 17:03)