image

di Francesca Pini

Dai Medici ai Rothschild, collezionare è sempre stato uno status-symbol. Nelle loro quadrerie le opere dei maggiori artisti, da Michelangelo, a Caravaggio, a Hayez. Alle Gallerie d’Italia di Milano una mostra ripercorre la loro passione

C’è un dipinto ottocentesco di Amos Cassioli, che riassume nel soggetto raffigurato la congiunzione astrale tra il potere e il vanto dell’arte: Lorenzo il Magnifico mostra le sue collezioni a Gian Galeazzo Sforza, Duca di Milano. Questa è una delle 120 opere ottenute dai curatori Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze per la mostra Mecenati, collezionisti, filantropi. Dai Medici ai Rothschild, alle Gallerie d’Italia da oggi al 26/03/23. L’abbondante flusso di denaro di questi banchieri serviva ad esaltare il lavoro degli artisti – questo il caso di Raffaello e del suo mecenate Chigi – commissionare e a comprare capolavori (come quella Madonna della Scala di Michelangelo, 1490 circa, o la celebre Tazza Farnese coppa a cammeo in agata sardonica, nella sezione dedicata a Cosimo e Lorenzo de’ Medici, la più nutrita), e nulla è cambiato anche adesso, solo che i soldi oggi sono generati anche in modo diverso, ma sempre occorrono per acquistare meraviglie dal mercato.

Il chi è chi di questi banchieri

Le opere di queste raccolte sono andate disperse, spesso confluite nei musei del mondo, e la ricerca alla base di questo progetto riconduce in mostra pregiate opere, come quelle appartenute a Vincenzo Giustiniani, quel Cristo morto, sostenuto da due angeli in lutto di Veronese dagli Staatliche Museen di Berlino (qui in partnership con le Gallerie d’Italia) o il San Gerolamo penitente di Caravaggio dal Museo de Montserrat. Ogni banchiere viene qui presentato in un “medaglione” che ne racconta la personalità, tra i meno conosciuti, Everhard Jabach ritratto da van Dyck. Un pittore come Hayez ricorre più volte nella quadreria di Joachim Heinrich Wilhelm Wagener, di Giovanni Raimondo Torlonia, di Enrico Mylius, di Ambrogio Uboldo. Tra i protagonisti del secondo 900, grande appassionato fu Raffaele Mattioli, collezionista di Morandi e Manzù (per l’acquisto delle opere di quest’ultimo David Rockefeller si rivolse al banchiere italiano) e che per assicurare ai musei del Castello la Pietà Rondanini di Michelangelo avviò una sottoscrizione pubblica.

21 novembre 2022 (modifica il 21 novembre 2022 | 09:46)