Pisa, da un anno e 8 mesi a 2 anni per ristoratore, ingegnere e geometra. Prime sentenze nel processo sulle “mazzette” in Comune

PISA. Hanno patteggiato in tre. E a tutti è stata concessa la sospensione condizionale. È la prima sentenza dell’inchiesta sulla corruzione in Comune nel settore dell’edilizia. Un filone che a giugno vedrà altri nove imputati davanti al gup per l’udienza preliminare in cui valutare la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm Flavia Alemi.

Ieri mattina il gup Nunzia Castellano ha accolto i patteggiamenti concordati dagli imputati con la Procura per Nicola Lamacchia, 41 anni, di Marina di Pisa, ristoratore (avvocati Franco Mugnai e Alberto Marchesi) , un anno e 10 mesi; Matteo Casarosa ingegnere libero professionista, 43 anni, di Pisa (avvocato Andrea Di Giuliomaria) due anni; Simone Di Lupo, 30 anni, di Pisa, geometra, un anno e 8 mesi. Il Comune non si è costituito parte civile.

Erano accusati di corruzione in atti contrari a doveri d’ufficio in concorso. Lamacchia avrebbe promesso e dato piccole somme a un geometra del Comune per sistemare un abuso edilizio in una casa a Tirrenia che avrebbe voluto vendere. Casarosa era il professionista a cui il ristoratore si era rivolto per risolvere il problema, mentre Di Lupo, reo confesso già al momento dell’interrogatorio di garanzia, aveva versato alcune centinaia di euro sempre al solito geometra del Comune per accelerare un cambio di destinazione d’uso da uffici a residenziale di un fondo in via Croce. Un episodio scollegato e autonomo rispetto al resto dell’inchiesta.

L’impiccio che Lamacchia voleva superare riguardava un piccolo abuso edilizio della casa per cui era in corso una compravendita. Il rischio era che se fosse stato scoperto a livello di accertamento di compatibilità paesaggistica per le opere già eseguite, «avrebbe comportato la necessità di procedere alla demolizione della parte abusiva della costruzione o, in alternativa, qualora l’ufficio tecnico comunale avesse appurato l’impossibilità di demolizione parziale del manufatto senza inficiarne le parti legittime, al pagamento della sanzione prevista dall’articolo 199 della legge regionale 65/2014, con conseguente decurtazione del valore dell’immobile».

Per aggiustare la pratica il geometra comunale, anche lui tra i nove imputati, «si faceva promettere dal Casarosa e dal Lamacchia, attraverso l’intermediazione del Carmignani (altro imputato, ndr) , una somma di denaro complessivamente pari a 500 euro, di cui riceveva l’importo di 150 euro, sotto forma di versamento di contanti a titolo di regalo di compleanno in data 24 giugno 2019 da parte del Lamacchia, e ulteriori 150 euro dal Casarosa, sotto forma di sconto sulla cena che si era svolta in occasione di detto compleanno presso il ristorante denominato “Dalla mi’ nonna” di sua proprietà, e si faceva offrire pranzi e cene gratuiti al ristorante “II Toscano” del Lamacchia».

LE ALTRE POSIZIONI

Gli altri nove imputati saranno a giugno davanti al gup. Sono: Fabio Mannocci, 59 anni, polizia municipale, residente a Cascina; Nicola Vannucci, 53 anni, di Vecchia no, ristoratore; Massimo Conforti, 63 anni, in pensione, ex municipale, di Pisa; Carlo Baroni, 58 anni, polizia municipale, residente a Calci; Simone Giommoni, 52 anni, di San Giuliano, geometra del Comune; Francesco Carmignani, 49 anni, di San Giuliano, geometra; Guido Corona, 57 anni, di Roma, imprenditore; Luigi Pecora, 52 anni, residente a Mantova, ingegnere; Giovanni Costanza, 68 anni, di Pisa, titolare di un’agenzia immobiliare.

I filoni di indagine sono tre. Il primo riguarda i controlli “soffiati” di alcuni agenti della municipale ai ristoratori; il secondo le presunte mazzette in Comune; il terzo un abuso edilizio nascosto ai vigili. A giugno nuovo passaggio davanti al giudice per le nove richieste di rinvio a giudizio.

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