Aula di tribunale (foto d’archivio)

I rapporti tra loro erano cattivi, tra dispetti continui e screzi

PISA.  Coppia finisce a processo per stalking dopo una serie di liti con i vicini. Questioni condominiali che affollano il Tribunale e che spesso si risolvono con il ritiro delle querele.

Storie private che deflagrano in denunce che poi diventato udienze in cui vengono messi in piazza screzi e dispetti che vanno avanti da anni.

Ma quello che è iniziato ieri in aula al tribunale di Pisa, davanti al giudice Giulio Cesare Cipolletta (pm onorario Vincenzo Molinaro), è un processo che alle presunte persecuzioni ai danni del vicinato aggiunge un’aggravante: l’odio razziale.

A giudizio c’è una coppia di 56 anni lei e 64 anni lui. Sono accusati di aver litigato e offeso anche in modo pesante un vicino di nazionalità straniera.

«Albanese di m. ..a» fu uno degli epiteti con cui, secondo l’accusa, l’immigrato venne apostrofato nel corso di una delle frequenti discussioni condominiali.

E a condire un contesto ormai avariato, nella querela è stato allegato anche un altro dei diversi affondi attribuiti alla coppia: «Mafioso albanese».

Ieri è stato sentito l’ufficiale di polizia giudiziaria che ha ricevuto la denuncia e ha ricostruito i dissapori tra imputati e albanese che non si è costituito parte civile.

Uno stalking condominiale che nell’ordinarietà delle liti fisiologiche tra auto parcheggiate male, acqua dei fiori che bagna il terrazzo sottostante e rumori ritenuti molesti, ha aggiunto anche l’insulto razziale.

Un’aggravante che viene contestata a una coppia in guerra perenne con il vicino albanese.