La combustione sprigionata dalla sostanza finita nel camion

Incidente sul lavoro per autista e due operatori della Geofor in via Cannizzaro. «Abbiamo un forte bruciore agli occhi, messa una sostanza chimica nel bidone»

PISA. Cosa sia finito in un bidone lasciato a bordo strada, lungo via Cannizzaro nella zona industriale di Ospedaletto, è ancora presto per dirlo. Di sicuro si conoscono gli effetti di un abbandono su cui sarà necessario svolgere approfondimenti.

Un autista e due operatori della Geofor sono finiti al pronto soccorso con un’intossicazione e un’irritazione agli occhi dopo essere entrati in contatto con una sostanza tossica al momento non identificata.

È successo poco dopo le tre di ieri pomeriggio nel corso del servizio di ritiro dei rifiuti non pericolosi. In un bidone qualcuno deve aver messo materiale che non doveva finire mescolato con la spazzatura urbana. Una volta rovesciato il contenitore nel giro di qualche secondo è iniziata una combustione. Niente fiamme, ma un’esalazione venefica tra fumo e odore acre. Un contatto che ha sprigionato tra i rifiuti un effetto capace di mettere ko il personale della Geofor, tre dipendenti che vivono a Pisa. Dalla centrale operativa del 118 hanno inviato sul posto la Pubblica Assistenza di Pisa con il medico e un’ambulanza della Misericordia di Vicarello. I tre sono stati portati a Cisanello e non sono in gravi condizioni. Il bruciore agli occhi è il fastidio più serio. E poco piacevole. Arpat, Asl, vigili del fuoco e polizia municipale si sono occupati di mettere in sicurezza l’autocompattatore e la zona circostante. Uno dei tre intossicati racconta dal pronto soccorso la disavventura subìta: «Qualcuno ha lasciato nel bidone un rifiuto speciale, forse acidi, e quando è stato rovesciato nel resto del materiale ha provocato il danno. Non c’è stato alcun incendio. Dopo qualche secondo ci siamo accorti del fumo. Ci siamo fermati per vedere cosa fosse successo e siamo rimasti intossicati con una forte irritazione agli occhi. Non voglio dire niente, ma abbiamo sospetti su chi ha messo quel rifiuto velenoso dove non avrebbe dovuto»